Accusa contro il Giappone: si mangia troppo tonno

Il Principato di Monaco, con l’appoggio di molti paesi europei (Francia, Gran Bretagna, Germania, Olanda, Austria, Polonia), vuole trasformare il tonno rosso del Mediterraneo in una specie protetta perché rischia l’estinzione. La proposta del Principato verrà presa in esame il prossimo mese di marzo a Doha, durante la riunione della Cites, la convenzione di Washington che stabilisce le specie protette. Le specie animali e vegetali vengono inserite nell’elenco di quelle protette nel momento in cui, dai dati raccolti, risulta che l’80% della specie non esiste più, mentre resiste soltanto un 20%. A questo punto la specie in questione diventa a rischio di estinzione e va tutelata. Ed in attesa della decisione, arriva l’attacco al Giappone, accusato di utilizzare troppo tonno per la realizzazione di piatti di sushi. Secondo Alessandro Giannì, responsabile della campagna mare di Greenpeace, “il collasso del tonno mediterraneo è iniziato dopo ma ha avuto un andamento più veloce. Molti esperti ritengono che, in mancanza di seri provvedimenti, nell’arco di 5 anni si arriverà a quota 90%: avremo fatto fuori nove tonni su dieci. Già oggi il mercato delle esportazioni, monopolizzato dal Giappone che compra tra l’80 e il 90% di quello che viene venduto all’estero, si regge solo con il trucco dell’allevamento. I tonni vengono presi in mare, fatti ingrassare in grandi gabbie e venduti come prodotti di allevamento, al di fuori delle quote stabilite dall’Unione europea. E’ per questo che gli stock continuano a diminuire: preleviamo più di quello che è consentito, anche perché negli ultimi anni, mentre la pressione della pesca europea diminuiva, aumentava quella della pesca africana”. E si propone a questo punto di arrivare a consumare il tonno soltanto nelle località in cui viene pescato: ciò significa che il Giappone non potrebbe più importarlo da altri paesi.



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