Discorso del Vescovo di Tokyo contro i neocatecumenali
Il settimanale cattolico Katorikku Shinbun ha pubblicato il recente discorso del Vescovo di Tokyo, Pietro Takeo Okada, nei confronti del cammino neocatecumenale. Ecco alcuni passaggi del testo: “In questi ultimi vent’anni la conferenza episcopale giapponese ha dedicato una gran quantità di tempo e di energie al Cammino delle comunità neocatecumenali. Nonostante ciò, mi spiace molto dirlo, la situazione non si è per niente evoluta per in meglio. […] La realtà e le attività del Cammino stentano ad accordarsi con la Chiesa e con la società giapponesi. Personalmente penso che al Cammino sia necessario un periodo di sosta nelle attività per ripensare e per esaminarsi, e su questa base aprirsi al dialogo con la Chiesa giapponese. La percentuale dei cattolici in Giappone non supera lo 0,4% dell’intera popolazione. Che all’interno di questa esigua minoranza esistano divisioni e confusione, e che gli interessati debbano accumulare per questo fatiche su fatiche, è triste. Noi abbiamo il dovere di rivolgere lo sguardo alla situazione della società giapponese e alla realtà di tutti coloro che vivono oberati da tanti pesi, per annunciare loro la buona novella e portare loro luce e sollievo. Non è certo il momento di sprecarci in conflitti interni. […] Se il Cammino svolgerà attività che ottengono comprensione e simpatia da parte della società giapponese, allora otterranno anche fiducia. Desidererei che collaborassero a una evangelizzazione che risponda ai bisogni dei giapponesi. Noi in realtà ci stiamo impegnando con tutte le forze e a prezzo di enormi fatiche nella pastorale missionaria. E tuttavia i membri del Cammino danno la precedenza alle direttive dei superiori della casa generalizia di Roma più che alla guida dei vescovi. […] Da parte mia comprendo il significato della fondazione del Cammino. Sento dire del grande contributo che essi hanno portato nel rieducare alla fede coloro che hanno ricevuto il battesimo ma non praticano. Vorrei però che comprendano che ci sono anche diversità di situazioni. Sento inoltre che altrove essi si prendono cura dei malati e degli handicappati. Vorrei che facciano questo anche in Giappone. Nutro pure aspettative per quanto riguarda la crescita di una Chiesa plurietnica. Cosa è necessario per la evangelizzazione del Giappone?”. (Fonte: Blogautore.espresso.repubblica.it)