Terremoto in Giappone: la crisi delle aziende automobilistiche

Il terremoto sta causando grandi problemi alle aziende automobilistiche del Giappone. Molte aziende hanno infatti deciso di prolungare la chiusura, nonostante il fatto che, al momento, la perdita produttiva stimata è di circa 250.000 vetture. La Toyota resterà chiusa fino al 22 marzo e la Suzuki ha deciso di chiudere fino ad oggi gli impianti di Kosai, Iwata, Toyokawa e Sagara. Nissan invece ha concluso ieri la chiusura negli impianti di Oppama, Tochigi, Nissan Shatai e Yokohama. Marchionne, amministratore delegato della Fiat, ha spiegato quali possono essere gli effetti di questa chiusura: “E’ troppo presto per dirlo, ma potenzialmente l’impatto ci sarà. La domanda è quanto durerà e non credo che durerà molto. C’è troppa incertezza ma l’impatto ci sarà anche a livello di industria automobilistica, l’impatto sui fornitori si vedrà, a catena. Per quanto ci riguarda stiamo analizzando la questione, la scorsa notte ne abbiamo parlato con i nostri negli Stati Uniti. Per il momento non vediamo impatti negativi ma è troppo presto, aspettiamo”. Renaulti è stata costretta a tagliare del 15/20% la produzione negli impianti di Busan, in Corea del Sud, per l’interruzione dei rifornimenti della componentistica dal Giappone. La Opel sarà invece costretta a fermare la produzione nello stabilimento di Saragozza, in Spagna, sempre per la mancanza di componenti che provengono dal Giappone. (Fonte: Repubblica.it)



Commenti (1)

ciccio22 Marzo 2011 alle 11:12

bah!

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