Hiroshima e Nagasaki vogliono le Olimpiadi del 2020
Hiroshima e Nagasaki si preparano a candidarsi insieme per l’assegnazione delle Olimpiadi 2020. I sindaci delle 2 città giapponesi, che sono state distrutte dalla bomba atomica alla fine della Seconda Guerra Mondiale, hanno spiegato che con la candidatura alle Olimpiadi vogliono “rilanciare il sogno di un mondo senza più armi nucleari e nulla più degli ideali olimpici può servire a favorire la rivoluzione pacifista”. Il Cio in genere tenda ad assegnare le Olimpiadi a località che distano al massimo 50 chilometri e quindi i 300 chilometri che separano Hiroshima da Nagasaki potrebbe essere un problema. Ma per le due città giapponesi il problema della distanza si potrebbe superare facilmente. Ad ogni modo si dovrà aspettare il 2013 per sapere se le due città giapponesi riusciranno a convincere il Cio e ad ottenere l’assegnazione delle Olimpiadi. Per Gianni Petrucci, presidente del Coni, la possibilità di candidare le due città giapponesi per un’Olimpiade condivisa non sta in piedi: “Vedo e leggo di candidature originali che sono fantasiose come quelle di Hiroshima e Nagasaki. La città candidata deve essere una, quindi non è credibile”. Sulla candidatura italiana, Petrucci dichiara: “Il governo ha già dato il suo appoggio. Non dimentichiamo che con Atene abbiamo perso di un soffio, mentre il potente Obama è stato sconfitto al primo turno da Rio”. Gianni Alemanno, sindaco di Roma, ha invece dichiarato: “Non so se lo svolgimento delle Olimpiadi sia il modo migliore per tenere viva la memoria e per essere vicini a queste città. La candidatura di Roma rimane. La candidatura di queste due città martiri merita tutto il nostro rispetto e nfatti abbiamo inserito Hiroshima e Nagasaki tra i nostri viaggi della memoria, proprio per ricordare la loro terribile tragedia. Ciò premesso ci sono due aspetti che vanno rimarcati. Innanzitutto non è possibile fare una candidatura doppia: Hiroshima e Nagasaki sono a 300 chilometri di distanza e non possono essere candidate contemporaneamente, così come non può esserci una candidatura doppia come Roma e Firenze; in secondo luogo non so se lo svolgimento delle Olimpiadi sia il modo migliore per tenerne viva la memoria”.