Secondo una ricerca di Matt Owen dell’University College di Londra, pubblicata sul New Scientist, tra gli aeroporti del mondo quello di Tokyo Haneda corre maggiormente il rischio di essere travolto da uno tsunami. L’aeroporto di Haneda è il secondo aeroporto della capitale giapponese, dopo quello di Narita. Owen ha stilato la classifica dopo aver controllato “tutti i dati disponibili sugli tsunami ed avere verificato che le coste del Pacifico sono quelle più soggette a tale fenomeno“. Ha poi collegato “due criteri base, la frequenza degli tsunami e la loro gravità” in una scala da uno a cinque. La zona di Haneda è l’unica al mondo che ha ottenuto il punteggio massimo (quello quindi più grave) in entrambe le scale. L’aeroporto di Sendai, invece, che a marzo è stato travolto dallo tsunami, ha ottenuto 4 in entrambe le scale. Gli aeroporti di Nagoya, sempre in Giappone, e di Honolulu alle Hawaii hanno ottenuto un 4 ed un 5. Tutti gli aeroporti hanno difese anti-inondazione, che però, come si è visto a Sendai, non sempre sono sufficienti. (Fonte: Ansa)
In Giappone è trascorso un anno dall’ultima duplice impiccagione. Recentemente il Ministro della Giustizia, Satsuki Eda, ha dichiarato al quotidiano Yomiuri Shimbun di non voler autorizzare nuove esecuzioni, anche perché c’è sempre il rischio che “vengano messi a morte innocenti sulla base di prove false”. I detenuti in attesa di esecuzione possono restare in isolamento anche per decenni e spesso vengono concesse loro solo “visite sporadiche coi familiari e gli avvocati”. Dal 1975 in Giappone non vengono commutate le condanne a morte. I detenuti vengono a sapere dell’esecuzione solo poche ore prima, mentre i familiari vengono avvisati ad esecuzione avvenuta. (Fonte: Corriere.it)
Un terremoto di magnitudo 5.9 ha colpito il Giappone alle 3:22 con epicentro a una profondità di 38 chilometri, a 18 chilometri dalla città di Iwaki nella prefettura di Fukushima. L’epicentro è stato localizzato dall’United States Geological Survey. Per l’agenzia meteorologica del Giappone il terremoto è stato di magnitudo di 6 con epicentro a una profondità di 50 chilometri. Non si segnalano danni a cose o persone. E non è stato lanciato nessun allarme tsunami. (Fonte: In-dies.info)
Fabio Bartoli ha pubblicato con la casa editrice Tunué il libro “Vado, Tokyo e torno”, una sorta di blog cartaceo nel quale racconta le sue impressioni sul Giappone. Sul sito La Fenice di Carta è stata pubblicata una intervista all’autore, nella quale spiega il suo legame con il Giappone. L’autore, nato e cresciuto nel periodo del boom dei cartoni animati giapponesi, racconta di essersi prima appassionato ai manga ed agli anime giapponesi e poi “al Giappone anche come paese in sé, a 360°, non solo come culla di manga e anime“. Così, appena ne ha avuto l’occasione, è partito per visitare e scoprire in prima persona questo paese. Il primo impatto con Tokyo e la cosa che lo ha più colpito è stata “l’enorme differenza tra le proporzioni di una metropoli come Tokyo e quelle delle nostre città europee, comprese le più grandi: la capitale nipponica è talmente estesa e talmente popolata e frequentata da farti subito accorgere di come le categorie mentali ereditate dalla vecchia Europa siano del tutto insufficienti per prefigurarti lo spettacolo che si para innanzi ai tuoi occhi quando vi giungi“. Bartoli è rimasto stupito dalla “mancata concordanza tra gli stereotipi e le conseguenti aspettative sui giapponesi e la realtà che concerne la presenza della tecnologia nella vita quotidiana: il Giappone che ho visto io infatti è tutto fuorché l’impero della tecnologia che noi ci immaginiamo, almeno di quella fine a se stessa“. Allo stesso tempo, ritrovandosi a Tokyo si è trovato spesso a pensare “E’ proprio come nei cartoni animati”: “Passeggiare per Tokyo significa davvero ritrovarsi tra le pagine di un manga o nella puntata di un anime: i picnic sotto i ciliegi in fiore, gli studenti che passeggiano con le loro divise, i chioschetti di dolci lungo i viali“. Secondo Bartoli, partendo dal presupposto che in anime e manga i giapponesi si sono messi a nudo raccontando tutto di loro stessi, non c’è nulla che cercano di nascondere agli occidentali, “per la semplice ragione che anime e manga sono concepiti soprattutto per il pubblico nipponico. Per esempio al museo Ghibli, concepito e realizzato da una casa di produzione ormai famosa in tutto il mondo, le scritte sono quasi tutte in giapponese, segno che l’istituzione si rivolge principalmente alla massa potenziale dei visitatori indigeni“. Parlando dei trentenni di oggi che sono cresciuti con i cartoni animati giapponesi, Bartoli sostiene che “gli anime abbiano dato a un’intera generazione una scala di valori, delle linee guida per orientarsi nel mondo circostante. Non so se si possa dire lo stesso anche per le epoche successive ma di certo è successo per la cosiddetta Goldrake-generation. Credo che la caratteristica principale dell’animazione giapponese in tal senso sia quella di non offrire una realtà edulcorata ma, anche attraverso le sue rappresentazioni più fantastiche, molto simile a quella che ci si ritrova ad affrontare una volta diventati adulti. Non c’è mai un deus ex machina che risolve la situazione all’improvviso e né basta essere semplicemente buoni per ottenere quanto si desidera. Anzi, molto spesso la realtà è dura, a volte anche crudele e in molteplici occasioni l’eroe deve scontrarsi con gente malvagia e senza scrupoli semplicemente per rivendicare il suo diritto a una vita tranquilla. Spesso da solo non può raggiungere il suo scopo e deve cercarsi gli alleati giusti per perseguirlo, che a volte è costretto addirittura a vedere morire. Una rappresentazione che ad alcuni potrebbe sembrare esasperata ma che senza dubbio prepara all’effettivo mondo degli adulti, quello di cui facciamo esperienza tutti i giorni“. E per finire, qualche consiglio per chi vuole visitare il Giappone e non conosce la lingua e le usanze locali: “Informarsi quanto più possibile sul paese che si andrà a visitare, dagli aspetti eminentemente pratici a quelli culturali. Posso dire ai turisti di armarsi di molta curiosità e anche un po’ di pazienza, dal momento che la conoscenza della lingua inglese, fatta eccezione per gli ambiti più strettamente legati al turismo, non è diffusa quanto si possa pensare. Ai possibili prossimi partenti per il Giappone posso comunque dire di partire tranquilli e rilassati, sia perché il paese nipponico è molto organizzato e quindi molto sicuro sia perché gli indigeni mi sono sembrati sempre molto ben disposti verso gli stranieri, per giunta esentati dall’osservanza di tutte le regole comportamentali che si pretende vengano rispettate dagli autoctoni“. Sul sito della casa editrice Tunué si può leggere un estratto dal libro. (Fonte: Fenicedicarta.blogspot.com)
Il riso del Giappone non è radioattivo. La conferma arriva dagli ultimi test condotti su alcuni campioni analizzati vicino a Tokyo. Una buona notizia per tutti i contadini che si apprestano a raccogliere l’alimento base della cucina giapponese. Almeno 14 prefetture nel Nord e dell’Est del Paese, che producono quasi il 40% del riso, hanno effettuato dei test prima dell’inizio della stagione della raccolta. Il Giappone produce 8,3 milioni di tonnellate di riso ogni anno. (Fonte: Ansa)
Tornato a Milano, Yuto Nagatomo ha rassicurato i tifosi dell’Inter sulle sue condizioni di salute: “Sono contento di essere tornato a Milano. Sto meglio e ho preferito non operarmi. Oggi è andata bene, ho fatto riabilitazione e un po’ di bicicletta“. Inoltre ha aggiunto: “E’ difficile stare fuori e non giocare” ed ha parlato dei suoi progressi con l’italiano: “Le lezioni vanno meglio: capisco tutto, ma parlare è sempre difficile“. (Fonte: Ansa)
Dopo il terribile terremoto che ha colpito il Giappone, Monsignor Pietro Kang U-il, presidente della Conferenza episcopale coreana, ha visitato la diocesi di Sendai, esprimendo la sua solidarietà nei confronti della popolazione giapponese: “In Giappone è rinata la preoccupazione per il prossimo e la compassione e l’aiuto reciproco. I disastri naturali pongono un grave interrogativo a tutti i credenti che si chiedono perché Dio li permetta, ma attraverso questi disastri Dio prepara grandi grazie all’umanità. Ed è su questo che ci si deve concentrare. Il cambiamento che si può osservare in Giappone è un seme che sta germogliando, un nuovo orizzonte per la società nipponica”. Monsignor Kang U-il ha anche consegnato il ricavato di una colletta speciale effettuata in tutta la Corea del Sud. Vedendo i luoghi colpiti maggiormente dalla tragedia, ha infine commentato: “Spezza il cuore vedere le condizioni dei sopravvissuti, ma si sente la presenza della Divina Provvidenza”. (Fonte: Oecumene.radiovaticana.org)
Se vi trovate in Giappone e decidete di mangiare un Happy Meal da Mc Donald’s, potrete ricevere in regalo un Trasformers. Nel pasto ideato dal colosso americano per i bambini è infatti inserito uno dei due robottoni Transformers. Si tratta di Optimus Prime in rosso, grigio e blu fiammante, e Bumblebee, in giallo e grigio. Sono disponibili due serie di toys, una con i robottoni che si possono trasfoormare in mezzi di trasporto ed una con i robottoni dotati di luci e suoni che si possono attivare con un piccolo telecomando. Chissà se arriveranno mai in Italia… (Fonte: Toysblog.it)
State programmando una vacanza a Tokyo? Il blog viaggi di Venere.com ha stilato una classifica delle 5 cose che bisogna assolutamente fare nella capitale giapponese. Vediamo insieme quali sono. Visitare il mercato del pesce di Tsukiji: è considerato uno dei migliori mercati per chi ama il pesce fresco ed è il mercato del pesce più grande del Giappone. Qui potrete vedere i giapponesi mentre acquistano o vendono il pesce. E potrete far colazione con dell’ottimo sushi fresco. Partecipare ad uno dei festival di Tokyo: la capitale del Giappone ospita ogni anno moltissimi festival. A seconda del periodo in cui andrete a Tokyo, questi sono i principali festival da non perdere: Hanami o Festa dei ciliegi in fiore e il Festival giapponese, in primavera, da marzo a maggio; Festival Tanabata e fuochi d’artificio a Tokyo, in estate, a luglio; Momiji o Festival delle foglie, in autunno, da settembre a novembre; Hatsumode, nella notte di San Silvestro e Shogatsu o Capodanno giapponese, in inverno, tra dicembre e gennaio. Visitare le attrazioni storiche della città, come il Museo Edo, i giardini del Palazzo Imperiale (Kokyo Gaien), il Sensoji Temple (il tempio buddista più antico della città) e il Museo Nazionale di Tokyo. Ammirare Tokyo dall’alto: salendo al 45° piano del palazzo del Governo Metropolitano di Tokyo si potrà ammirare il panorama e vedere anche il Monte Fuji in lontananza. Fare shopping: per tutti gli amanti degli acquisti, Tokyo offre molte opportunità per fare compere di ogni genere, dal quartiere di Akihabara (meta obbligatoria per gli amanti della tecnologia) all’Oriental Bazaar, dove andare a caccia di souvenir. (Fonte: Venere.com)
La griffe Repetto ha messo in vendita “BB”, la nuova ballerina in edizione limitata, realizzata per aiutare la popolazione giapponese. La ballerina bianca, ispirata a Brigitte Bardot, è stata impreziosita con una piccola bandiera giapponese, da un lato, e la scritta “solidaritè”. La ballerina si può acquistare nelle boutique in giappone e a Parigi e sul sito ufficiale della griffe Repetto, al prezzo di 165,00 euro. L’intero ricavato delle vendite sarà devoluto alla Croce Rossa Giapponese. (Fonte: Moda.pourfemme.it)
Panasonic Raboo, il nuovo tablet con Android, arriverà sul mercato giapponese tra 2 giorni. Il tablet sarà infatti venduto a partire dal 12 agosto a circa 450 dollari. Per il momento pare che non uscirà dal Giappone: non si prevedono infatti date di uscita in Europa o in America. Il Raboo supporta l’eBook store online Rakuten, che è disponibile soltanto in Giappone e dispone di circa 10.000 eBook. L’eReader ha un display da 7 pollici con risoluzione di 1024×600 pixel. Viene venduto con Android 2.2 come sistema operativo ed ha una memoria di storage da 8GB, che si può aumentare grazie ad una scheda di memoria MicroSDHC. Altre caratteristiche tecniche? Una scheda di rete WiFi 802.11b/g/n, Bluetooth 2.1, una batteria con 6 ore di autonomia ed una fotocamera da 1.3 megapixel. Il tablet inoltre pesa poco più di 400 grammi e supporta la riproduzione di video alla risoluzione Full HD 1080p. (Fonte: Hwjournal.net)
Il terremoto in Giappone dello scorso 11 marzo ha causato ripercussioni anche in Antartide. Il sisma e lo tsunami giapponesi hanno infatti provocato il distacco di enormi iceberg. E’ questo il risultato di uno studio di un gruppo di scienziati americani che hanno preso in analisi le immagini registrate dai satelliti dopo lo tsunami. Gli iceberg si sono staccati dalla piattaforma ghiacciata Sulzberger. (Fonte: Adnkronos)
La compagnia aerea Alitalia, dal momento del terribile terremoto che ha colpito il Giappone, ha subito espresso solidarietà nei confronti del paese, mantenendo, prima di tutto, i collegamenti. In seguito la compagnia ha anche consegnato generi alimentari e di prima necessità alla popolazione, come pasta e abiti. Inoltre, recentemente, ha partecipato al progetto dell’Enit, facendo volare dal Giappone i bambini e le loro mamme che sono ospitati per un periodo in Italia. Da settembre, poi, i collegamenti aumenteranno, come ha dichiarato Marco Sansavini, direttore vendite: “Abbiamo creduto nel potenziale dei collegamenti e, dopo l’uscita di Japan Airlines, c’é una forte domanda di trasporto tra Italia e Giappone: noi andiamo controtendenza rispetto alle altre compagnie, aumentando i collegamenti. Attualmente, ci sono 7 voli Tokyo-Roma e 4 Tokyo-Milano, più altri 5 Osaka-Roma. Da luglio se ne è aggiunto un altro su Tokyo-Roma, per salire a quota 9 a settembre”. (Fonte: Travelnostop.com)
Il 9 agosto 1945, tre giorni dopo il lancio della bomba atomita su Hiroshima, anche Nagasaki è stata colpita da un attacco atomico. Fat Man è il nome della bomba Model 1561 che è stata lanciata sulla città di Nagasaki. Era lunga 2,34 metri, aveva un diametro di 1,52 metri e pesava 4.545 chilogrammi. Alle ore 11:02 del 9 agosto è stata sganciata dal bombardiere B-29 delle United States Army Air Forces, guidato dal maggiore Charles Sweeney, sullo stabilimento Mitsubishi di Nagasaki. La città giapponese era in realtà l’obiettivo alternativo. La bomba doveva essere sganciata sulla città di Kokura, che però era coperta dalle nuvole e per questo il bombardiere virò sul secondo obiettivo. La bomba è esplosa ad un’altezza di 550 metri sulla città ed ha sviluppato una potenza di 25 chilotoni, molto più elevata di quella della bomba “Little Boy” che era esplosa su Hiroshima. Al momento dell’esplosione morirono tra le 20.000 e le 39.000 persone, mentre circa 25.000 furono i feriti. Molti altri però morirono in seguito a causa delle radiazioni. (Fonte: Wikipedia)
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