Ryuichi Sakamoto in Italia per presentare album e tour

Ryuichi Sakamoto

Ryuichi Sakamoto

Ryuichi Sakamoto è in questi giorni in Italia per presentare il nuovo album ed il nuovo tour (con 2 pianoforti) che lo vedrà protagonista di 10 tappe da stasera al Teatro Valli di Reggio Emilia al 5 novembre quando si esibirà agli Arcimboldi di Milano. Ed approfittando della visita in Italia, Sakamoto ha raccontato la sua nuova avventura, che lo vedrà esibirsi da solo sul palco con 2 pianoforti: uno acustico ed uno preprogrammato elettronicamente. La scelta di esibirsi con due diverse apparecchiature nasce dal desiderio di “rendere meglio la complessità e le sfumature di certe composizioni. La cosa migliore sarebbe stata avere a disposizione un altro Sakamoto, purtroppo la tecnologia non me lo permette ancora. Farmi accompagnare da un virtuoso dello strumento non mi sembrava il caso. Mi sarei sentito in imbarazzo, io non sono un pianista ma un musicista-compositore”. Per chi non ha ancora comprato il biglietto e non riuscirà ad andare ad ammirarlo dal vivo, c’è un’alternativa: scaricare a pagamento su iTunes i concerti che ha tenuto in Giappone e quelli che ha già fatto in Europa. I concerti sono disponibili da 24 ore dopo il loro svolgimento, ma “in Italia, Francia e Spagna questo non sarà putroppo possibile. Le connessioni a banda larga sono ancora troppo lente e poi la mia casa discografica, la Decca, non vuole”. Il nuovo album di Sakamoto, uscito oggi nei negozi italiani, “Playing the piano”, è disponibile in una deluxe edition, insieme all’album “Out of noise”, che fino a questo momento era stato pubblicato soltanto in Giappone. Nonostante abbia scritto molti brani per colonne sonore, Sakamoto non si considera un compositore di soundtracks: “Se lo fossi, le mie musiche vivrebbero in simbiosi con le immagini, non di vita propria. Guardo i film prima di comporre, ovviamente, ma poi l’ispirazione prende strade personali. Per ‘Il piccolo Buddha’, Bernardo Bertolucci mi chiese espressamente una musica che evocasse il concetto della reincarnazione, mi sono informato leggendo molti libri ma alla fine ho seguito come sempre il mio intuito e il mio istinto. Il mio rapporto con i registi? In genere sono persone egoiste ed egocentriche, ma con Bertolucci è diverso. Per me è un padre, un fratello, un amico. Gli devo molto. Mi piace il cinema italiano: Fellini, certo, ma prima di conoscere l’arte di Bernardo il mio preferito in assoluto era Pasolini”. Dopo aver composto le musiche per il film di Bertolucci, Sakamoto si è avvicinato al Tibet, tanto che oggi dichiara: “Dopo essere stato in Tibet ho incontrato tre volte il Dalai Lama e me ne sono innamorato. Dovevo fare qualcosa per quella terra”, anche in riferimento al fatto che sul suo sito ha pubblicato un disegno per la liberazione del Tibet. Inoltre racconta di aver inaugurato con la sua etichetta Commmons, “un progetto che ho battezzato Schola, un vero dizionario, un’enciclopedia della musica dedicata per metà alla musica occidentale e per metà a quella proveniente dalle altre parti del mondo. Trenta volumi in tutto, che vorrei fare uscire al ritmo di tre all’anno: i primi sono stati dedicati a Bach, alla storia del jazz e a Debussy, i prossimi a Ravel e al rhythm&blues”. Per quanto riguarda i suoi dischi, invece, dichiara: “Cerco di fare in modo che i miei dischi si trovino ovunque. Ma quando, girando il mondo, vado nei negozi vedo delle compilation di cui non conoscevo l’esistenza, con foto di copertina che non avevo mai visto. Non programmo il futuro, l’unica cosa che so è che non mi piace ripetere il mio passato. E non scrivo mai spartiti, sono mancino e mi stancherei troppo! Certo, è un problema: quando morirò le mie composizioni svaniranno. Sono tutte qui, dentro la mia testa”.



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