Aumenta la baby-prostituzione in Giappone

In Giappone continuano ad aumentare casi di baby-prostituzione. Un fenomeno che viene chiamato “Enjo kousai” e che in genere riguarda uomini di mezza età e ragazzine molto giovani. Troppo giovani. Mai, una studentessa di 19 anni al primo anno universitario, ha raccontato che “tra ragazze se ne parla spesso. L’opinione comune è che non sia una bella cosa, per questo le ragazze che lo fanno non lo dicono nemmeno alle amiche intime. Se queste venissero a saperlo, potrebbero rompere l’amicizia. È decisamente facile trovare uomini che vogliono fare sesso con ragazzine e in fondo sono tanti soldi in poco tempo. Certo non è un bene, ma quelle vogliono solo soldi facili e veloci”. Secondo una recente indagine, almeno 3 studentesse su 4 sono state avvicinate da uomini di mezza età e circa il 13% di queste ha accettato la proposta che gli veniva fatta. Sono anche stati creati vari siti internet che permettono di mettere in comunicazione le ragazzine con gli adulti. Secondo la Polizia in molti casi sono proprio le ragazzine che cercano di adescare uomini maturi. E il “tariffario” è molto alto: pare che soltanto per essere palpata da un uomo una ragazzina possa arrivare a chiedere 5.000 yen. Mentre se l’uomo chiede di essere toccato o di fare sesso, la tariffa può arrivare a 40.000 yen. C’è chi accetta di svolgere queste pratiche per aiutare la famiglia, ma anche chi lo fa semplicemente per comprarsi l’abito firmato o qualsiasi altro accessorio all’ultima moda. Inoltre si è perso il valore della verginità, come racconta sempre Mai: “i giovani vogliono fare sesso il più presto possibile. Anche a me è capitato di sentir dire che ‘le vergini sono problematiche’ e quindi le ragazze se ne preoccupano ancor più dei ragazzi e vogliono farlo appena possono. Molte pensano che già a 17 anni sia troppo tardi”. Esistono anche dei negozi specializzati, chiamato “burusera shops”, dove qualsiasi ragazza può recarsi per vendere gli indumenti intimi che indossa. (Fonte: Voceditalia.it)



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