Il Giappone vuole continuare la caccia alle balene

Baleniera giapponese

Baleniera giapponese

In questi giorni ad Agadir, in Marocco, si sta svolgendo l’incontro tra i Paesi della Commissione baleniera internazionale per discutere della caccia alle balene, ma probabilmente non si riuscirà a raggiungere un accordo. Il Giappone è tra i paesi che vogliono assolutamente continuare a cacciare i cetacei per scopi scientifici, mentre i paesi ambientalisti, tra cui Australia e Nuova Zelanda, vorrebbero vietarla in tutti i casi. La caccia alle balene è stata ufficialmente vietata nel 1986, ma viene praticata da Giappone, Islanda e Norvegia per motivi di ricerca scientifica. Gli ambientalisti però accusano questi paesi di cacciare le balene per poi rivendere la carne da mangiare. La proposta su cui si sta discutendo era basata sull’idea di ridurre le quote di caccia e permettere ai paesi di continuare ad effettuarla in maniera legale. Ma gli australiani ed i neozelandesi non sono disposti ad accettare nessun tipo di accordo. Così probabilmente l’incontro si concluderà senza trovare una soluzione. Il dibattito è stato reso più difficile anche dalle notizie circolate negli ultimi giorni, secondo le quali Tokyo avrebbe cercato di convincere, con il denaro, i piccoli paesi della commissione a votare a favore della caccia alle balene. Giorgia Monti, responsabile mare di Greenpeace, ha dichiarato: “Oggi, in una stagione di normale illegalità, vengono uccise poco più di 1.500 balene. La proposta avrebbe assegnato a Norvegia, Islanda e Giappone la possibilità di massacrare legalmente quasi 1400 balene l’anno per i primi 5 anni. Non è di questo che c’è bisogno nell’anno internazionale di difesa della biodiversità”. In molti paesi del Giappone si mangia abitualmente la carne di balena, anche se negli ultimi anni pare che i consumi siano diminuiti. Per Shigehiko Azumi, ex sindaco di Ayukawa, la caccia alle balene fa parte dei “geni” e della cultura del Giappone. Ed il governo di Tokyo difende la caccia alle balene per fini scientifici, come sostiene Jiro Okuyama, portavoce del Ministero degli Esteri. Secondo lo scienziato ambientale Shuichi Kitoh dell’Università di Tokyo, “all’inizio molti giapponesi la trovavano immangiabile”. Ma poi è diventata parte della cucina giapponese. Anche se, secondo il ricercatore Ayako Okubo “ai giapponesi non piace particolarmente la carne di balena. Ma piace ancora meno sentirsi vietare il consumo dagli stranieri. È uno dei pochi terreni su cui abbiamo la capacità di dire no all’America”. (Fonte: Repubblica.it)



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