Conto record in un nightclub di Milano per 3 giapponesi

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Dopo l’episodio dello scorso luglio del conto shock per una coppia di fidanzati giapponesi in vacanza a Roma, che si videro recapitare un conto di 579,50 euro più una mancia di 115,50 euro per un pranzo al ristorante “Il Passetto”, arriva oggi un’altra notizia di un conto record ai danni di alcuni giapponesi. Questa volta il fatto è avvenuto in un locale notturno di Milano, il Pussy Cat, dove un turista giapponese in compagnia di due colleghi ha pagato un conto superiore a più di 7.000 euro, suddiviso in due scontrini, uno da 6.765 euro ed un altro da 500 euro. L’episodio in realtà è avvenuto lo scorso dicembre, la il fatto è stato denunciato soltanto in questi giorni dal turista giapponese, dopo l’enorme eco che ha avuto sulla stampa giapponese l’episodio del conto-truffa a Roma. Il turista giapponese si è rivolto all’Enit, l’Agenzia italiana per il turismo, nella sede di Tokyo. Ed ora l’Adoc, l’Associazione per la difesa dei consumatori si sta occupando del caso. Inizialmente il giapponese si era confuso con il cambio euro/yen e pensava che il conto fosse di 80.000 yen, circa 600 euro. Solo dopo alcuni mesi si è accorto di aver pagato una cifra molto più alta. Così, dopo aver letto della disavventura dei turisti giapponesi a Roma, ha scritto all’Enit, raccontando l’accaduto: “La sera dell’11 dicembre insieme a due colleghi, siamo entrati nel nightclub. Erano circa le 22. Non c’era quasi nessuno, e così ci siamo messi a nostro agio e abbiamo bevuto con calma. Per il conto, ho chiesto al capo del locale e mi è stato chiesto di firmare e inserire il numero di sicurezza. Ci hanno fatto due scontrini, e, non sapendo bene il motivo, ho pensato che forse la prima transazione era andata a vuoto. Ho fatto male a non controllare il conto, ma senza pensare che veramente fosse da 800.000 yen, ho pensato che fosse pari a 80.000 yen”. Qualche giorno dopo il turista giapponese si è recato a Torino, ma non ha potuto utilizzare la carta di credito perché aveva superato il limite mensile di spesa. Lì per lì, però, l’uomo non ha ripensato alla notte al nightclub ed ha pensato che ci potesse essere stato qualche errore al momento dell’utilizzo della carta: “Siccome a volte succede, sono tornato in Giappone, senza pensare di fare un controllo”. Nel mese di gennaio ha scoperto quanto aveva pagato nel locale milanese ed ha provato a contattare il nightclub per avere una spiegazione, ma non è mai riuscito a mettersi in contatto con il proprietario. L’uomo ha infine chiesto all’Enit “di fare qualcosa”, sottolineando che al momento non ha intenzione di tornare a Milano. L’Adoc ha suggerito all’uomo di “descrivere i fatti in una denuncia, e di inoltrarla, tramite l’autorità consolare in Giappone, alla Procura della Repubblica di Milano”. Secondo Carlo Pileri, presidente dell’associazione “siamo davanti ad un fatto grave perché è assurdo che ci si approfitti di persone che non parlano la nostra lingua, e che hanno difficoltà a calcolare l’ammontare degli scontrini. Persone che, va detto, aiutano la nostra economia, visitando l’Italia. Purtroppo si tratta di errori che possono occorrere ovunque, anche nei taxi. Per questo bisogna puntare a sottoscrivere accordi con i ministeri e le associazioni di categoria. Dopo la vicenda dei giapponesi truffati a Roma, abbiamo attivato uno sportello dedicato ai turisti, in diverse lingue, e abbiamo ricevuto decine di segnalazioni analoghe. Per questo abbiamo dovuto creare un pool di avvocati, che si occupa specificatamente dell’assistenza legale per questo genere di truffe”.



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