Azienda giapponese contro i ladri di biancheria intima

Mentre ci sono casi di ragazze che vendono la propria biancheria intima usata attraverso i distributori automatici, gran parte delle donne giapponesi cerca di contrastare questa “usanza”: uomini di varia età (anche nei cartoni animati ci sono rappresentazioni di questi personaggi) che vanno alla ricerca di biancheria intima femminile da collezionare. E ci sono casi di persone scoperte a rubare biancheria dai panni stessi ad asciugare. Uomini trovati con una canna da pesca nel tentativo di “pescare” un paio di mutande o un reggiseno. O come l’uomo trovato con una collezione personale di oltre 4.000 pezzi. Le donne si sono fatte ingegnose ed ora molti “ladri” sono costretti a rovistare nella spazzatura per cercare di trovare un pezzo di biancheria intima. E per questo molte ragazze hanno trovato una soluzione: prima di buttare un paio di mutandine o un reggiseno, basta farlo a pezzi con le forbici. In questo modo i feticisti della biancheria intima avranno molte difficoltà a recuperare indumenti per la loro collezione. Ma c’è di più: la Wacoal, principale produttrice di biancheria intima giapponese, ha lanciato un programma di raccolta dell’usato nei propri negozi. Nei primi 3 mesi dal lancio dell’iniziativa sono stati raccolti e sigillati quasi 36.000 pezzi tra mutande e reggiseni. Ai ladri non resta che fine fa questa biancheria usata, il cui ritrovamento potrebbe essere per loro un bottino di gran valore.